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Equilibri ecologici e veganismo


- Ritieni di poter schiacciare il bruco?
- Ecco fatto... è stato facile.
- Bene, ora ricrea il bruco.
(Lanza del Vasto)




di Emanuela Barbero

E' un dato di fatto che la specie umana, in questo sì davvero unica, ha contribuito in modo determinante al degrado dell'ambiente e al deterioramente delle risorse, arrivando ormai ad una situazione quasi irreversibile (e per certe associazioni ambientaliste addirittura già ad "un punto di non ritorno").

L'equilibrio del sistema vivente di cui siamo parte è fondamentale per la nostra stessa sopravvivenza e non possiamo permetterci di ignorare questo innegabile fatto. Ogni vita è infatti legata a quella di innumerevoli altre per la propria sopravvivenza: nelle filosofie orientali questa evidenza è nota anche con il termine di "interdipendenza" - per cui ogni aspetto fenomenico dipende necessariamente da un altro aspetto fenomenico, ad esempio un figlio non esiste senza la madre, né una pianta può crescere senza sole o pioggia, né un contadino può ancora essere tale senza la terra, ecc.

Ogni forma di vita ha un suo peso ecologico (footprint) e quello degli umani ha di gran lunga superato la capacità portante del pianeta che ci ospita. Siamo in troppi e troppo voraci: consumiamo le risorse del pianeta in modo illimitato ed irresponsabile.

Quali sono le attività ed i consumi umani più energivori?
Industria? Trasporti? Riscaldamento? Anche.
Ma è soprattutto l'alimentazione ad incidere sulle risorse, sui consumi, sul pianeta.

L'alimentazione a base di carne e derivati contribuisce in maniera rilevante all'inquinamento, alla deforestazione, alla desertificazione, al rapido easurimento delle risorse idriche di acqua dolce del pianeta, all'effetto serra (CO2 pari alla quantità prodotta da tutte le auto del mondo). Ciò significa che se continueremo a nutrirci in questo modo consumeremo, letteralmente, il mondo. Quando tra pochi lustri saremo oltre 10 miliardi, cosa accadrà? Si tornerà forse al cannibalismo pur di non rinunciare alla carne?

Il problema che abbiamo davanti è di estrema gravità e non si tratta più di semplici scelte alimentari, bensì di ormai irrimandabili scelte di sopravvivenza.

Se vogliamo sopravvivere come specie dobbiamo inderogabilmente imparare a vivere in equilibrio con le risorse del pianeta che ci ospita e dobbiamo necessariamente uscire dalla ristretta e limitata logica antropocentrica per abbracciarne una più vasta e omnicomprensiva, cioè quella biocentrica.

Non possiamo più continuare a considerare la terra come un enorme sistema da sfruttare a nostro capriccio né gli altri animali (perché anche l'essere umano fa parte del regno animale) come semplici cose al nostro esclusivo servizio, quando invece ne condividiamo sensazioni e sofferenze. E lo stesso amaro destino.

Quando avremo distrutto tutto e sterminato tutti, non ci sarà davvero più posto per i rimpianti ed il mondo desolato che stiamo creando con il nostro attuale stile di vita è il risultato tangibile di una mentalità e di una visione del mondo ormai oggettivamente anacronistica e autodistruttiva. Non possiamo più continuare a mentire a noi stessi e far finta di parlare di ecologia e rispetto coi cadaveri nel piatto ed il sangue che cola ancora caldo dalle labbra.

Se la necrofagia non scompare rapidamente da questo pianeta non vi sarà più un'umanità possibile.




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