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Galline: come vengono allevate?

Vita da pollo

Ogni anno vengono uccisi in Italia 500 milioni di polli, più 40 milioni di galline ovaiole; sono 15 miliardi in totale nel mondo (dati 2000), la cui vita è stata più o meno questa: appena nati i pulcini di razza destinata alle uova vengono divisi per sesso da una apposita macchina: i maschi, inutili verranno immediatamente uccisi.
Questa operazione è di solito effettuata semplicemente tritandoli o lasciandoli morire asfissiati in sacchi di plastica.
Le pulcine invece sopravvivono a questa prima fase e a 20 settimane cominciano a deporre le uova, cosa che sarà la loro unica occupazione per circa un anno.
Dopo questo lasso di tempo non rendono più abbastanza, così vengono uccise e sostituite - in natura vivrebbero circa 7 volte di più.
Non hanno mai visto il sole e nemmeno il buio: luci accese anche di notte, perchè gallina che dorme non fa le uova!

Tra una deposizione e l'altra passano il tempo immobili, in quanto la loro gabbia non gli consente altra possibilità, essendo di soli 550 cmq (grazie alla LAV e a quelli che l'hanno sostenuta, gli allevamenti in batteria saranno aboliti dal 2012 e le gabbie sono state portate agli attuali 550 cmq dai precedenti 450 cmq. Inoltre è fatto divieto di aprire nuovi stabilimenti di questo ignobile tipo).
Per farvi un'idea di cosa sia una simile prigionia immaginatevi una gallina chiusa in una scatola da scarpe, da mattina a sera, per tutta la vita. Non tutte le galline sono costrette in batteria, esistono vari tipi di allevamento riconosciuti:

- Allevamento in batteria: una gabbia di 550 cmq per ogni gallina (92% degli allevamenti!)

- Allevate in voliera: 25 galline al metro quadro + un posatoio

- Allevamento a terra: 9 galline al mq + sabbia a disposizione

- Allevamento all'aperto: 4 mq a disposizione per ogni gallina

- Allevamento all'aperto estensivo: 10 mq a disposizione per ogni gallina

- Allevamento biologico: 6 galline al mq al coperto + 4 mq a disposizione per ogni gallina all'aperto.


Per quanto riguarda i polli da carne, la vita è molto più breve: vengono uccisi a 45 giorni.
Sono tenuti in capannoni, anche 15 per mq, massimo 12 per mq se si vuole apporre il marchio "allevamento estensivo al coperto", che, scoperte le cifre, suona come una truffa al consumatore.
Luce accesa 24 ore anche per loro, per crescere più in fretta. Questo redditizio scopo è raggiunto anche ricorrendo pesantemente alla chimica, largamente permessa.
Le condizioni di sovraffollamento e scarsa igiene sono il terreno ideale per i virus, contrastati con ricorso preventivo ad antibiotici. Alcuni dei tipi permessi appartengono a classi usate nelle terapie umane (eventuali tracce rimaste nella carne saranno quindi attive nelle persone che li mangeranno!).
La vita alienata porta i polli alla pazzia e sarebbero all'ordine del giorno episodi di lotte furibonde e, addirittura, cannibalismo se non si fosse inventata la macchina "spuntabecchi": un pollo privato di becco e rostri è incapace di ucciderne un altro.

Al termine dei loro 45 giorni infernali vengono macellati: prima uno stordimento con una dolorosissima scarica elettrica, poi li si fa a pezzi. Se la scossa è data male il pollo resta cosciente, ma i ritmi dell'industria meccanizzata non ammettono pause e potrà allora sentire il proprio corpo venire squartato prima di spegnersi.


Fonte: http://www.lavtorino.org



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