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Atleti vegani


di Marina Berati e Marco Lorenzi

Il problema è che molte persone, inclusi medici, credono ancora che i vegetariani mangino solo insalata scondita, siano tutti deboli, gracili, senza energie.
Ebbene, la realtà dei fatti non è questa, non lo è mai stata.
Lo dimostrano diversi studi epidemiologici, oltre che l'esperienza personale quotidiana di milioni di vegetariani vispi e arzilli.

I nutrizionisti non dovrebbero dunque avere paura dei vegetariani. É vero che si ha sempre paura di ciò che non si conosce, ma allora conviene cercare di conoscere questa "nuova" realtà, prima di emettere giudizi infondati. Tanto più che i principi che muovono i vegetariani non hanno niente di temibile, anzi, che sia la non violenza, oppure motivi salutistici, oppure ecologisti, o una qualsiasi combinazione di queste motivazioni, si tratta sempre e comunque di principi positivi. Non c'è davvero da avere tutta questa paura, dunque. Ormai è stato ammesso da tutte le organizzazioni nazionali per la sanità che la dieta vegetariana è del tutto adeguata, e da diverse statistiche emerge che i vegetariani non corrono maggiori pericoli di carenze dei carnivori.

Di contro, una dieta vegetariana sana riduce di molto il rischio di malattie cardiache. Mentre contro il consumo di carne c'è molto da dire, tanto che le linee guida per la prevenzione del cancro consigliano di non consumarne più di 2-3 volte la settimana (mentre nei paesi occidentali la carne viene mangiata ad ogni pasto o quasi), per la dieta vegetariana non c'è assolutamente nessuna controindicazione.

Frutta fresca, verdura cotta e cruda, semi oleosi e noci, tutti i tipi di cereali, legumi (compresa la soia e i suoi derivati), olii di oliva e di semi, da qui si ricavano tutte le componenti essenziali per una dieta equilibrata, sana e appetitosa (ci sono migliaia di ricette disponibili, anche su Internet stessa).

Se certi nutrizionisti sospettano che ci possano essere delle carenze, che siano di proteine (praticamente impossibile a meno che la persona non sia denutrita), di ferro o di qualsiasi altra cosa, devono dimostrare che queste carenze ci sono, non darlo per scontato, perché finora nulla di tutto questo è emerso dagli studi epidemiologici fatti. E la percentuale di vegetariani aumenta di anno in anno.

Si farebbe meglio, invece, a preoccuparsi delle malattie e delle morti che una dieta così ricca di proteine e grassi animali provoca nei paesi occidentali. Se si ha davvero a cuore la salute delle persone, bisogna informarle dei rischi a cui vanno incontro, non chiudere gli occhi di fronte alla realtà. Non prevenendo, si uccide...

Il 50% dei carnivori muore (nei paesi industrializzati) per malattie cardiache, ma solo il 25% dei vegetariani muore per lo stesso motivo, e solo il 4% dei vegan.

Il dott. Hans Diehl (USA), applica quotidianamente la sua "cura" ai pazienti affetti da diabete e malattie cardiache: dieta vegan, molto ricca di frutta e verdura fresche, ed esercizio fisico. La maggior parte dei pazienti guarisce nel giro di pochi anni. Questo tipo di stile di vita previene il 97% degli attacchi di cuore.

Ciò non significa che la dieta vegetariana sia di per sè la panacea per tutti i mali, perché oltre a essere vegetariana deve essere SANA, e deve essere accompagnata da uno stile di vita altrettanto sano, però significa senz'altro che la dieta vegetariana, come minimo, sicuramente NON è dannosa, nè carente. Infatti, studi epidemiologici dimostrano al di là di ogni ragionevole dubbio che "tra i vegetariani e i vegan dei paesi industrializzati l'incidenza di anemia dovuta ad insufficiente assunzione di ferro non è maggiore della media degli onnivori." (1)
"Le proteine vegetali assunte tramite la combinazione di legumi e cereali contengono tutti gli aminoacidi necessari alla vita umana." (2)
"I vegetariani hanno una vita media più lunga che gli onnivori." (3)
"Tra i vegetariani l'incidenza di malattie neoplastiche (cancro), diabete, malattie dell'apparato circolatorio, ictus, calcoli biliari, calcoli renali, osteoporosi ed ipertensione è sensibilmente inferiore rispetto alla media della popolazione onnivora." (4)
L'ADA (l'associazione dei medici nutrizionisti americana) ha "passato a pieni" voti l'alimentazione vegetariana e vegana per uomini, donne, donne incinte, donne che allattano, bambini/e (5) e sportivi (6).

Anche riguardo al vegetarismo negli atleti molti nutrizionisti dovrebbero informarsi meglio, perché di atleti vegetariani ce ne sono (anche di maratoneti).
Anzi, da studi fatti (ad esempio dal prof. Hebbelinck, medico fisiologo e insegnante di nutrizione), la resa atletica dei vegetariani, specie dei vegan, è molto maggiore, perché sfruttano in modo più efficiente l'energia incamerata attraverso il cibo.

Il dott. Graham (USA), consulente di molti atleti famosi (tra cui, ad esempio, Martina Navratilova), ha permesso ai suoi "clienti" di ottenere risultati ottimi seguendo una dieta vegan.

Oltre a Martina Navratilova, alcuni altri atleti che hanno beneficiato della dieta del dott. Graham sono:
° Rudy Carti (record del mondo, 151.000 piegamenti addominali in 48 ore),
° Ronnie Grandison (giocatore dei New York Knicks),
° Kenny Croes (che dopo aver seguito i consigli del dott. Graham e' riuscito ad attraversare a nuoto il tratto Aruba-Venezuela, unica persona al mondo),
° Nancy Martin (professionista di snowboard),
° Len Smith (istruttore di sci),
° Ador Lazar (professionista di skateboard).

I dati statistici citati dal dott. Graham riportano inoltre una percentuali di vegetariani tra gli americani del 3% (come in Italia), ma una percentuale di ATLETI vegetariani del 10%, cioè più del triplo della media nazionale, il che mi sembra significativo.

Altri esempi di atleti vegetariani e vegan:
° Vasanti Niemz, prima donna tedesca ad attraversare a nuoto il canale della Manica (pochi anni fa),
° Murry Rose, considerato da molti il più grande nuotatore di tutti i tempi,
° Edwin Moses, che ha difeso il suo titolo di campione mondiale di ostacolista per più di 10 anni,
° Dave Scott, sei volte vincitore di Ironman Triathlon
° Robert Sweetgall, campione del mondo di maratona su lunga distanza (ultra-distance walker),
° Johnnie Weismuller, detentore di molti record del mondo di nuoto, famoso nel ruolo di Tarzan nel film omonimo,
° Henry Aaaron, campione di baseball,
° Walter Payton, uno dei più grandi giocatori di football americani,
° Estelle Gray e Cheryl Maker, campionesse del mondo di tandem,
° Andreas Cahling, campione di body building,
° Robert Parish, uno dei piu' grandi giocatori di basket di tutti i tempi,
° Carl Lewis, campione olimpionico di salto in lungo e velocista
° Bill Pickering, il più famoso nuotatore inglese che ha attraversato la Manica,
° Martina Navratilova, tennista la cui carriera è durata più di 20 anni,
° Stan Price, record del mondo di bench press (sollevamento pesi su panca),
° Ridgely Abele, otto volte campione nazionale in karate,
° Dan Millman, ginnasta di fama mondiale e campione di trampolino,
° Rudi Carti, record del mondo, 151.000 addominali in 48 ore
° Killer Kowalski, professionista di catch la cui carriera è durata 30 anni,
° Ronnie Grandison, veterano di 12 anni nell'NBA, ancora giocatore professionista di pallacanestro
° Jamie Parsley, il ciclista inglese più famoso,
° Sixto Linares, record del mondo, 24 ore triathlon: 4.8 miglia di nuoto, 185 miglia di bicicletta, 52.2 miglia di corsa,
° Paavo Nurmi, 9 medaglie olimpiche, 20 record del mondo in distance running (fondo),
° James and Jonathan de Donato, record del mondo nel nuoto a farfalla su lunghe distanze,
° Roy Hilligan, campione di body building
° Kenny Croes, detentore di più di 15 record di distanza come "primo o unico uomo ad attraversare a nuoto",
° Natasha Badman, campionessa nel 1988 di Triathlon alle Hawaii,
° Chris Campbell, campione del mondo 1980di wrestling,
° Greg Lemond, vincitore ai campionati mondiali di Altenrhein del 1983 e di Chambery del 1989 e dei Tour de France 1986 e 1989,
° Gianni Leone, vincitore maratona di New York 1987,
° Enzo Maiorca
° Emil Zatopek, oro nei 10.000 m alle Olimpiadi di Londra del 1948 e nei 500 m, 10.000 m e nella maratona a quelle di Helsinki del 1952.

Sull'aspetto salutistico (che è solo uno dei tanti) c'è molto da dire e molto da leggere. Per chi ha voglia di approfondire l'argomento, consiglio alcuni libri (in inglese, però):

- Guide to vegetarian living, di Peter Cox
- The new why you don't need meet, di Peter Cox
- Vegan nutrition pure and simple, di Michael Klaper
- Vegan nutrition, di Gill Langley.

Questi libri sono disponibili presso l'associazione VIVA! (inglese), sul sito: http://www.viva.org.uk

Marina Berati e Marco Lorenzi

Una uteriore bibliografia (in italiano) sull'alimentazione vegetariana e vegana si trova sulle FAQ di questo sito.

Note:
(1) Helman AD and Darnton-Hill I: Vitamin and iron status in new vegetarians. Am J Clin Nutr 45: 785-789,1987.
(2) Position of the American Dietetic Association: Vegetarian Diets -- technical support paper. Journal of the American Dietetic Association, March, 1988, Volume 88, Number 3, pp. 352-355.
(3) British Medical Journal 1996;313:775-79.
(4) The Medical Costs Attributable to Meat Consumption NEAL D. BARNARD, M.D., ANDREW NICHOLSON, M.D., and Jo LIL HOWARD, Academic Press, 1995.
(5) Position of the American Dietetic Association: Vegetarian Diets -- technical support paper. Journal of the American Dietetic Association, March, 1988, Volume 88, Number 3, pp. 352-355.
(6) Nieman D.C. Vegetarian dietary practices and endurance performance, Am J Clin Nutr suppl vol. 48 n. 3: 754-759,1988.

Si ringraziano Marina Berati e Marco Lorenzi per l'articolo pubblicato su questo sito.




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