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Il candido latte è cruento?

Forse esiste ancora qualcuno che immagina che bere latte di mucca non abbia niente a che fare con le sofferenze degli animali e il loro macello. In realtà l’industria casearia è quella che si è più macchiata le mani di sangue.

Si deve rendere incinta una mucca ogni anno perché essa produca costantemente il latte; la gravidanza di una mucca dura, come la nostra, nove mesi. Non appena la lattazione diminuisce, malgrado la massiccia somministrazione di mangimi concentrati e ormoni sintetici, la mucca viene abbattuta.

“L’approccio ideale è di far figliare la mucca non appena sia possibile e tenere due o tre vitelli… Poi la si abbatte prima che raggiunga le dimensioni mature”, enuncia una pubblicazione specializzata.

Il vitello generato ogni anno dalla mucca verrà allattato da questa alcuni giorni al massimo (verso la fine della vita di una mucca da latte le sue mammelle sono talmente allungate che il vitellino non può comunque succhiare nella sua posizione naturale).

Poi il vitellino viene allontanato (la mucca seguiterà per giorni e giorni a muggire cercandolo) e la mucca verrà attaccata due volte al giorno a pompe meccaniche per stimolare la sua produzione di latte (ovviamente un vitello succhierebbe più frequentemente di due volte al giorno).

Qualsiasi donna comprenderà subito che qui vengono toccati, o meglio brutalizzati, gli spazi fisici ed emotivi più delicati.
Incoraggiare la lattazione quando la prole è morta sembra a me il tratto più ripugnante di tutti, che aggiunge l’offesa al dolore.

La gente crede che il latte “nasca” in bottiglia, e non pensa al resto. In realtà, ogni litro di latte rappresenta una certa quantità di disagio e sofferenza (quando si accumulano o si gettano via montagne di questo prodotto, esse rappresentano montagne di sofferenza).

I vitelli (sottoprodotto lucroso dell’industria casearia) compiono un viaggio spietatamente disagevole dalla fattoria al loro orrendo destino.
L’interno del loro stomaco serve per il caglio nella preparazione del formaggio.

Chi beve latte non vuol vedere la realtà, e cioè il fatto che la moderna mucca da latte, che arriva al macello prematuramente esaurita, è uno degli animali più intensamente sfruttati e più insensibilmente trattati dei nostri tempi.

Kath Clements




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