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Quell'ingrediente che manca... è l'amore!

di Emanuela Barbero
Riflessioni scritte nel 2002, durante la stesura del libro "La Cucina Etica"


Avete mai notato che cucinando succede che il medesimo piatto, preparato con la stessa ricetta e gli stessi ingredienti, riesca in maniera anche molto diversa in funzione di chi lo cucina e, talvolta, diverso persino quando è cucinato dalla stessa persona, in momenti differenti? Vi siete chiesti perché questo accade?

A me è successo parecchie volte, prima di adottare lo stile di vita vegan, di cucinare in modo svogliato, distratto, per necessità e non per piacere.

Per dirla proprio tutta, personalmente non ho mai imparato veramente a cucinare prima di scegliere l'alimentazione vegan, perché la cucina tradizionale si basa su un uso molto pesante degli animali e dei loro prodotti e io ho sempre avuto un'avversione istintiva verso la carne: sapore e consistenza nella masticazione, freddezza e viscidità al tatto, aspetto sanguinolento e repellente ecc. ecc... di conseguenza mi sono sempre tenuta lontana dalla cucina.

Da bambina ingerivo la carne controvoglia (e solo perché mia madre mi diceva che faceva bene... e io volevo bene a lei!) e ho smesso durante l'adolescenza di assumerla, con un senso di sollievo e di leggerezza, anche se l'ho eliminata del tutto col tempo, mano a mano che cresceva la mia consapevolezza riguardo a tutta l'infinita sofferenza che ci sta dietro... fino a quando mi sono finalmente decisa a fare il grande passo verso il veganismo! La scelta della mia vita che mi ha resa più felice e orgogliosa!

Da vegetariana la mia alimentazione era piuttosto monotona e prevalentemente basata sui formaggi, che, a differenza della carne, adoravo! E' stato così per anni.

Invece da quando sono vegan ho scoperto il mio cibo ideale, ricco di nuovi e buonissimi cibi, consistenze e sapori che mi hanno conquistata e di conseguenza ho trovato un piacere tutto nuovo ai fornelli.

Ecco allora che da quando ho cambiato punto di vista sul cibo (e soprattutto il tipo di "cibo"! Completamente vegetale e senza crudeltà... un incredibile sollievo per la mia coscienza!), cucinare è diventato un piacere, una passione, un'arte... Ho smesso di rovinare irrimediabilmente le pietanze a causa della mia distrazione ai fornelli, i cibi scotti o carbonizzati sono ormai un lontano ricordo, e, last but not least, mi riesce addirittura la maionese (rigorosamente vegan, naturalmente)! :-)

Persino i piatti elaborati, con un po' di attenzione e pazienza, si sono trasformati da irraggiungibili obiettivi a tangibili e gustosi risultati.

Mi sento un'altra persona... e forse lo sono diventata davvero! Più sensibile, più attenta, più consapevole, non più con gli occhi chiusi per non vedere la sofferenza, con il cuore e la mente rivolti altrove, ma con tutto il mio essere nel momento presente e con gli occhi ben aperti sul cibo che cucino. Ora c'è una cura nuova per ciascun piatto, ogni cibo ha la sua ragione d'essere, la sua funzione vitale, la sua unicità e prelibatezza. Mentre cucino mi sento finalmente in sintonia col cibo che sto preparando.

La mia cucina si è trasformata in un piacevole ambiente da cui si sprigionano profumi di erbe e spezie, arricchito dagli accattivanti e molteplici colori delle verdure, della frutta, con gli inconfondibili effluvi delle zuppe invernali, la pasta di tutti i tipi, i risotti fumanti, i deliziosi stuzzichini, i gustosi e leggeri pâté, i cereali della tradizione o di altre culture, i molti e preziosi legumi...

Insomma, cucinare è diventato per me un autentico piacere e non più una sgradevole e ripetitiva necessità. E' un'esperienza di profonda armonia. 

Ho imparato a porre tutta la mia attenzione in ogni gesto, in ogni particolare: dal tipo di cottura all'olio più indicato per ciascuna pietanza, alla giusta dose di sale, alle erbe e alle spezie più adatte per ogni piatto, ognuna con una propria fragranza, un proprio tocco, un proprio imprinting quasi. 

Quel profumo evocativo, quel sapore inconfondibile: ogni piatto ha la sua particolare preparazione e la sua speciale cottura... con la giusta attenzione e la gioia della pratica, cucinare diventa quasi una sorta di istinto, di arte intuitiva, invece di una sterile adesione a delle fredde tecniche: infatti non tutte le volte la stessa ricetta risulta identica, sia perché nella cucina naturale vegan è assente la piatta omogeneità tipica del cibo industriale, sia perché ogni singolo piatto ha la propria anima ed è unico e irripetibile

E così, attraverso l'esperienza e la pratica, col tempo ho capito che spesso la differenza più grande non sta solo negli ingredienti utilizzati, ma sta soprattutto nell'attenzione e nell'amore che profondiamo nella preparazione del nostro cibo. Prendiamoci cura del cibo che cuciniamo e lui si prenderà cura di noi.




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