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Perché no alle capre


Non sono vegetariano, sono antispecista

di Troglodita Tribe - trogloditatribe.wordpress.com

Circa una decina di anni fa, dalla città mi sono trasferito in campagna.
La prima persona che ho conosciuto è stato un pastore che produceva formaggio di capra.
A quel tempo ero vegetariano e molti aspetti della questione animale non li conoscevo, non li avevo approfonditi.

Questo pastore era vicino al movimento delle autproduzioni, e quindi solidarizzammo con facilità.

La vita delle "sue" capre era sempre uguale. Al mattino le faceva uscire da una baracca e le portava su un prato circondato da un recinto elettrificato. Le lasciava lì tutto il giorno e, all'imbrunire, le riportava dentro. Quando lui aveva da fare (aveva spesso da fare) le capre restavano per tutto l'inverno segregate nella baracca.

Questi ritmi, con la presenza delle reti elettrosaldate, del recinto elettrificato, delle corde, dei versi con i quali le comandava, mi ricordavano inevitabilmente i campi di concentramento, i luoghi di prigionia dove gente innocente viene rinchiusa ed è costretta a subire angherie e soprusi perché solo attraverso il terrore è possibile dominare e controllare.

Le capre piangevano spesso perché prendevano la scossa, perché pioveva (sono animali che non sopportano l'acqua) o perché cercavano il loro capretto.

Scoprii così che a tutti i nuovi nati, se maschi, dopo pochi mesi veniva tagliata la gola e la loro carne veniva venduta a un macellaio.

Rimasi sconvolto nel rendermi conto che tutte le capre di quel pastore (ovviamente non solo di quel pastore) erano femmine. C'era un solo maschio!

Scoprii la normale prassi di ogni allevatore. I maschi vengono uccisi per il semplice fatto che non producono latte e quindi, da vivi, non rendono. E un animale che non rende non può essere mantenuto perché costa denaro, fatica, tempo, spazio.

Ero stato vegetariano per tanti anni e non mi ero mai soffermato a considerare che il mio consumo di latte provocava la morte dei cuccioli e la sofferenza delle loro madri.

Oggi le informazioni sono disponibili ovunque.
Oggi, fortunatamente, è quasi impossibile non sapere.
Oggi non sono più vegetariano, sono vegan e antispecista.

Fonte: aam Terra Nuova n. 261 - Maggio 2011




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